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Pubblicato il 19 Dicembre 201720 Dicembre 2017 di admin

Buone Feste 2017

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CategorieContatti e Condifesa

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Una foto inedita che ci porta nel sud della Romagn

Una foto inedita che ci porta nel sud della Romagna a Sant’Agata Feltria nel Montefeltro riminese con la nebbia che copre la pianura e lascia al sole le colline.
La leggenda narra di Sant’Agata e dei due amici scalpellini San Leo e San Marino, giunti in terra romagnola nel III d.c. , che per sfuggire alle tentazioni carnali e per ricercare la quiete, a un certo momento si separarono. Marino salì sul Monte Titano, Leone salì sul Monte Feltro e Agata sul Monte di Perticara. Ma anche dalle vette di questi monti i Santi erano attratti a scambiarsi dei saluti e allora S. Agata scese ad abitare negli anfratti di una roccia detta “Sasso del lupo” o “Pietra anellaria”. Questo luogo si chiamò prima "Rocca di S. Agata", e poi per le numerose abitazioni sorte attorno al sacello, "Pagus di S. Agata".
La fondazione della città risale comunque all'VIII secolo dopo Cristo, quando su una immensa frana staccatasi dal vicino monte Ercole, fu edificata una chiesa dedicata a Sant'Agata.
Nei secoli successivi la città fu governata in successione dai Cavalca di Bertinoro, dai Feltrio di Montecopiolo, dai Tiberti di Petrella, dai Faggiolani, e dai Tarlati di Arezzo, da Uguccione della Faggiola e dai Malatesta di Rimini che la detennero fino al 1463, quando fu riconquistata per conto della Santa Sede da Federico da Montefeltro.
Quest'ultimo fece restaurare la rocca preesistente che trasformò in dimora principesca, per la figlia Gentile Feltria. A seguito del matrimonio di questa con il genovese Agostino Fregoso, Sant'Agata venne ai Fregoso che la detennero ininterrottamente fino al 1660 quando il feudo tornò alla Santa Sede fino all’Unità d’Italia.
#condifesaravenna #santagatafeltria #santagata #agata #sanmarino #sanleo #montefeltro #marecchia #storia #romagna #leggenda #territorio #rimini

Il venerdì 17 è una superstizione tipicamente it

Il venerdì 17 è una superstizione tipicamente italiana, non riscontrabile altrove ed esistono diversi pregiudizi legati a esso, principalmente legati alla cultura popolare ed alla superstizione. Una simile situazione si ritrova nei paesi anglosassoni nei confronti del numero 13.
L'eptacaidecafobia è la paura del numero 17 e si basa sulla credenza di un giorno pessimo per gli avvenimenti che potrebbero accadere.
Molte sono le ipotesi, basate su credenze e documenti storici, che portano a considerare tale giorno sfortunato:
una prima ci porta negli scritti della Genesi dell'Antico Testamento ove viene riportato che il diluvio universale cominciò il 17 del secondo mese.
La seconda ipotesi, quella di derivazione più probabile, parla della superstizione con l'anagramma di "XVII", il numero 17 nel sistema di numerazione romano, ovvero la parola "VIXI" (in latino "vissi", equivalente a "sono morto") presente in alcune lapidi dell'epoca imperiale.
Sempre in epoca romana è ricollegata la paura del numero 17 grazie all'influenza della battaglia di Teutoburgo del 9 d.C. combattuta tra i Romani e i Germani di Arminio e dalla distruzione delle legioni 17, 18 e 19: dopo quella data questi numeri, ritenuti infausti, non furono più attribuiti a nessuna legione.
Nella smorfia napoletana il 17 è sinonimo di disgrazia o sfortuna in generale collegato al venerdì "giorno della morte di Gesù" secondo la credenza Cattolica.
Al contrario, come spesso accade quando si parla di credenze popolari, in alcune altre situazioni lo stesso numero coincidente con il venerdì è rinomato come giorno portafortuna.
#condifesaravenna #venerdì17 #numero17 #curiosità #storia #cultura #territorio #calendario

La nostra foto di oggi, scatata qualche tempo fa,

La nostra foto di oggi, scatata qualche tempo fa, ci porta a Montefiore Conca al confine tra Romagna e Marche.
Il Castrum Montis Floris è citato per la prima volta in un documento del XII secolo, una concessione fatta da papa Alessandro III alla Chiesa di Rimini. Le fonti successive indicano il paese come Mons Floris, cioè Monte del Fiore, o Montefiore.
l castello è malatestiano: dovuto cioè ai Malatesti, una potente famiglia guelfa che ha dominato tutto il territorio riminese e pesarese nel Trecento e nel Quattrocento come vicaria del papa. Vero è, tuttavia, che nel 1322 i Malatesti avevano acquistato dal comune di Rimini e dal papa tutti i diritti su Montefiore, che era perciò un bene privato, esclusivo della famiglia.
Dopo la sconfitta di Sigismondo Malatesti (1462) Montefiore tornò sotto il pieno dominio della Chiesa e fu dominato in seguito prima da Cesare Borgia (1500-1503), poi dai Veneziani (1504-1505). Nel 1514 fu concesso dal papa in feudo al principe macedone Costantino Comneno, nel 1517 a Lorenzo di Piero de’ Medici, nel 1524 ancora al Comneno (che qui morì nel 1530).
Dopo il veloce passaggio napoleonico dei primi dell’800 la cittadina tornò nello Stato della chiesa ove rimase fino all’unità d’Italia.
Una curiosità: la rocca di Montefiore racconta una storia d’amore di quasi 700 anni fa tra Costanza Malatesta ed il giovane cavaliere Ormanno, entrambi assassinati su mandato dallo zio Galeotto Malatesta che ne occultò per sempre i cadaveri. – fonte storica Comune di Montefiore Conca.
#condifesaravenna #montefiore #montefioreconca #conca #rimini #romagna #storia #territorio #amore #storiadamore #malatesta #castello

La nostra foto di questa sera ci porta nella valle

La nostra foto di questa sera ci porta nella valle del fiume Santerno alla cascata di Moraduccio nei confini tra Romagna e Toscana, con una istantanea stupenda scattata qualche giorno fa.
La cascata, chiamata anche Rio dei Briganti, ha una altezza di 25 metri e le sue acque finiscono nel fiume Santerno per raggiungere il mare Adriatico passando attraverso Imola ed il Ravennate. La cascata crea bellissime pozze colore smeraldo davvero impressionanti. Poco sopra questo luogo naturale si può ammirare il Borgo abbandonato di Castiglioncello, tagliato fuori dalle strade principali nel XX secolo senza più abitanti dal 1960 ed ora ripreso dalla selva e dalla fauna che stanno piano piano riconquistando questi spazi una volta abitati.
Bellissimi scorci dei nostri Appennini della valle del Santerno che meritano di essere visitati accompagnati da una macchina fotografica e da una tappa ad uno degli agriturismi, o trattorie, delle nostre colline romagnole.
#condifesaravenna #cascata #appennino #cascatadimoraduccio #moraduccio #meraviglia #natura #inemiliaromagna #romagna #storia #casteldelrio #santerno #valledelsanterno

In attesa di nuovi scatti per questo 2025, pubblic

In attesa di nuovi scatti per questo 2025, pubblichiamo questa sera una foto del tramonto a Montebello lungo la valle del Marecchia, nel comune di Poggio-Torriana -RN-.
La prima costruzione in muratura è di epoca romana (III secolo), una torre a pianta quadrata (ora inserita nella struttura del castello). L'insediamento altomedievale successivo portò in eredità il nome latino Mons belli (Monte della guerra) anche a causa di quello che avvenne durante il periodo medievale con scontri ripetuti per il dominio del territorio.
Le prime notizie del castello si hanno grazie ad un documento notarile datato 24 Settembre 1186, allorché il castello venne venduto da Ugolinuccio di Maltalone a Giovanni Malatesta. I Malatesta dotarono il castello di fortificazioni, trovandosi al confine con il territorio dei Montefeltro, nemici storici della famiglia riminese. Nel 1393 i Montefeltro, con un audace colpo di mano, riuscirono ad espugnare la fortezza. Nel 1438 Sigismondo Pandolfo Malatesta riuscì a riconquistarla. Ma la fortuna militare del Malatesta declinò fino a quando, nel 1462, venne sconfitto a Pian della Marotta, presso Senigallia, per mano dell'esercito pontificio inviato da Papa Pio II (Piccolomini) e guidato da Federico da Montefeltro. In seguito alla sconfitta, Montebello fu infeudata nel 1464, dai conti Guidi di Bagno. Dal XV secolo la famiglia dei conti Guidi è proprietaria della Rocca riadattando, con ristrutturazioni continue, un'intera ala del castello ad ala nobile, anche dopo i micidiali bombardamenti della seconda guerra mondiale.
Sul castello si tramanda tutt'oggi la leggenda di Guendalina Uguccione (secondo altri documenti Adelina), meglio conosciuta come Azzurrina, che sarebbe stata figlia di Ugolinuccio o Uguccione, feudatario di Montebello nel 1375. La piccola Azzurrina, così soprannominata a causa dei suoi capelli di colore celeste per nascondere il proprio albinismo, secondo la storia-leggenda scomparve misteriosamente nelle stanze del castello il giorno del solstizio d’estate e tutt’ora lo abita come fantasma.
#condifesaravenna #montebello #inemiliaromagna #torriana #storia #territorio #azzurrina #romagna #romagnadascoprire #leggende

Una foto al "vulcanino" di Tredozio con in colori

Una foto al "vulcanino" di Tredozio con in colori della sera.
Tornato in auge in queste settimane grazie ad una serie di articoli e video dei media nazionali, il piccolo focolare sulle cime del Monte Busca è in realtà una serie di emanazioni di idrocarburi gassosi (metano) che a contatto con l'ossigeno dell'aria rimane costantemente accesa, dando vita al fenomeno meglio conosciuto come "fontane ardenti".
Uno dei primi riferimenti al "vulcano" è presente in un libro di metà XVI secolo. Negli anni trenta del Novecento divenne proprietà della Società Idrocarburi Metano, che nel 1939 costruì una condotta e un edificio per lo sfruttamento del metano. Caduto in disuso, il gas riprese a sgorgare nuovamente, ma da una nuova uscita, da allora rimasta attiva.
Nel dopoguerra sul monte Busca venne condotta un'esplorazione preliminare di due anni per conto della società americana Macmillan Petroleum Corporation, ma gli studi non portarono a nessun nuovo sfruttamento del giacimento che venne completamente abbandonato. Nel 1975 ci fu l'ultima esplorazione da parte di una società petrolifera nei pressi del "vulcano" che perforò un pozzo ma non trovò giacimenti di rilievo economico e quindi sospese le ricerche.
#condifesaravenna #tredozio #montebusca #vulcano #romagna #forlì #vulcanotredozio #appennini #storia #fuoco #focolare

Nel 321 d.c. l'Imperatore romano Costantino decise

Nel 321 d.c. l'Imperatore romano Costantino decise di introdurre la settimana di sette giorni, con il riposo il settimo. Questo giorno si chiamava però "giorno del sole" e solo dopo divenne la "domenica".
Nel codice Giustinianeo, una raccolta di leggi e massime di diritto romano del 529 e 534 d.c., ai punti 3.12.2, redatta per ordine dell'imperatore romano d'Oriente Giustiniano ad opera di una commissione da lui nominata, fu trascritta però anche l'eccezione per i lavori agricoli:⁣
«Nel venerabile giorno del Sole, si riposino i magistrati e gli abitanti delle città, e si lascino chiusi tutti i negozi. Nelle campagne, però, la gente sia libera legalmente di continuare il proprio lavoro, perché spesso capita che non si possa rimandare la mietitura del grano o la cura delle vigne; sia così, per timore che negando il momento giusto per tali lavori, vada perduto il momento opportuno, stabilito dal cielo.»⁣
Nell'immagine: la campagna romagnola in formato mosaico stilizzata dall'intelligenza artificiale Microsoft Designer per il Condifesa Ravenna.
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In questo sabato di gennaio pubblichiamo un intere

In questo sabato di gennaio pubblichiamo un interessantissimo grafico con le produzioni di FRUTTA aggiornate dal 1962 al 2023 suddivise per Stato a livello mondiale.
Un nuovo grafico degli amici di Vgraph che racconta l'andamento della produzione di tutti i tipi di frutta destinata al consumo fresco o alla trasformazione negli ultimi 51 anni del nostro pianeta terra.
Interessante seguire l'andamento nel corso degli ultimi sessanta anni dell'Italia, dai fasti degli anni 60 e 70 alla situazione complessa attuale che ci porta al 13esimo posto mondiale con un calo produttivo importante nonostante i nuovi prodotti e le nuove rese.
Interessanti anche i paesi che si sono avvicendati come leader di produzione mondiale con il loro aumento, in alcuni casi vertiginoso, di produzione.
Con la parola frutta si raggruppano comunemente vari tipi di frutto commestibili. Tra questi sono compresi alcuni che non sono propriamente frutti, come le pomacee.
Ricordiamo che i dati presentati nei grafici sono quelli ufficiali presi dal sito FAO (Organizzazione delle Nazioni unite per l'alimentazione e l'agricoltura) consultabili liberamente dalla pagina Faostat.
#condifesaravenna #produzione #frutta #storia #economia #romagna #italia #agricoltura #grafici #frutte #mondo

Nuvolaglie e sole in Romagna per questo venerdì i

Nuvolaglie e sole in Romagna per questo venerdì in attesa del freddo asciutto che dal fine settimana porterà un netto calo dei termometri sia in collina che in pianura.
Nessuna previsione di precipitazioni e solamente un po' di temperature in ribasso per un inverno che non decolla anzi, già da metà settimana si riproporrà in versione foschie in pianura e rialzo termico in collina.
Guardando avanti, forse nell'ultima decade si prospetta un primo ingresso degno di nota ma ancora da verificare se con coincenze atlantiche (quindi pioggia) o con provenienze continentali.
Nella foto: vigneti a Cotignola questa mattina.
#condifesaravenna #previsioni #meteo #chetempofa #previsionideltempo #campagna #romagna

In attesa di nuovi sviluppi meteo postiamo oggi un

In attesa di nuovi sviluppi meteo postiamo oggi una foto ad uno dei simboli di Ravenna quasi sconosciuto ai più: il gioco del Mah Jong.
Le origini sono antiche e misteriose. Inventato in Cina secondo la leggenda nel VI secolo a.C. ai tempi di Confucio, è realistico pensare che il gioco si sia strutturato nel XIX secolo come passatempo dell’esercito, reinterpretando simboli di antichi giochi da carte.
Con l’apertura della Cina al resto del mondo, a partire dal 1900 il Mah-Jong si è poi diffuso lungo le principali rotte commerciali arrivando in Giappone, negli Stati Uniti ed in Europa.
Il porto di Ravenna e la via della Seta ha contribuito a portare nella nostra cittadina questo gioco negli anni 20 e 30, sbarcandolo e facendolo patrimonio cittadino anche grazie all'intuizione di un ebanista ravennate, Michele Valvassori, che decise per la prima volta di produrlo in edizione italiana.
Nel frattenpo nel post guerra il gioco si era diffuso anche a Faenza restando per lo più sconosciuto alle altre province romagnole, mentre in Cina veniva bandito come gioco d'azzardo.
Il Mah Jong ci racconta di tre "classi" sociali alle quali sarebbero collegati i simboli principali "semi" numerati dall'1 al 9: la borghesia con i cerchi-palle che rappresentano i soldi, i contadini con le canne-bambù ed gli intellettuali con i caratteri. Ci sono poi i 3 draghi o capitani, i 4 venti, i 4 fiori e le 4 stagioni a testimoniare una legame forte di questo gioco con le tradizioni popolari ed agricole.
Obiettivo è formare prima dei propri avversari coppie, tris, scale ed eventualmente poker con tutte le proprie tessere, ma soprattutto accumulare il maggior numero di punti possibili e aggiudicarsi, sulle base delle combinazioni fatte, eventuali bonus e raddoppi.
Non esiste un regolamento unificato a livello mondiale, ma esistono varianti e interpretazioni differenti che trovano ad esempio in Romagna, accanto a molti altri, applicazione nel Regolamento Faentino, il più vecchio di tutti.
Un gioco di origine lontana, che si perde tra cultura agricola, commercio mondiale e legami di un villaggio globale.
#condifesaravenna #storia #gioco #mahjong #cina #ravenna #faenza #romagna #territorio

Aggiornamento previsioni meteo: come da copione pr

Aggiornamento previsioni meteo: come da copione prosegue la settimana con variabilità, foschie in pianura e temperature sopra le medie ovunque. Ancora domani mattina e venerdì qualche precipitazione veloce attraverserà la Romagna restando comunque a carattere di piovasco o rovescio sparso più probabile nelle zone collinari.
I termometri vedranno la nuova discesa solamente a partire da domenica con l'arrivo di una corrente di nord-est che però non porterà alcuna precipitazione ma solamente freddo asciutto e molto vento.
La stabilità si protrarrà per tutta la prossima settimana generando nuovamente le nebbie in pianura verso il 16 gennaio prossimo ed al momento è decisamente presto per prevedere la fine di questa alta pressione che coinvolgerà parte dell'Europa centrale e Mediterranea.
Quello che è certo è che fino alla fine della seconda decade di Gennaio vedremo un inverno piuttosto mite ed asciutto senza fenomeni di rilievo se non le foschie nelle zone pianeggianti.
La tendenza al peggioramento dovrebbe intervenire verso l'ultima decade con un probabile rientro atlantico seguito da un passaggio artico, ma chiaramente visti i tempi stiamo parlando di ipotesi predittive troppo astratte.
Riepilogando: qualche piovasco domani mattina e venerdì poi da sabato avvio di una fase asciutta di alta pressione con un po' di freddo iniziale.
Nella foto: campi di grano seminati e bagnati dalle nebbie di questa notte a sud di Ravenna.
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Usciamo dalle festività con una foto ad una picco

Usciamo dalle festività con una foto ad una piccola piantina di piselli di nuova semina a sud di Russi.
Vediamo insieme la storia di questo Pisum sativum: una pianta erbacea annuale appartenente alla famiglia delle Fabaceae (leguminose).
Assieme ad alcuni cereali (farro, frumento, orzo) e ad altre leguminose (vecce, lenticchie e ceci), il pisello fu una delle prime specie domesticate dall'uomo quando, circa 8000 anni fa, nella regione della Mezzaluna Fertile, nacque l'agricoltura. Resti sia di piante selvatiche, sia di piante coltivate, sono stati trovati in numerosi siti archeologici del Neolitico. In seguito, la coltura si è diffusa verso ovest in Europa e verso est sino all'India.
La coltura del pisello nell'Antichità era praticata dai Greci e dai Romani, come risulta dalle citazioni di Teofrasto nella sua Historia Plantarum (III secolo), di Lucio Columella in De re rustica e di Plinio nella sua Naturalis historia, scritta intorno all'anno 77 della nostra era.
Sotto Carlo Magno, i piselli sono citati come pisos mauriscos tra gli ortaggi raccomandati nel Capitulare de villis. I piselli secchi, facili da conservare, costituivano nel Medioevo una delle principali risorse alimentari delle classi povere, spesso cucinati con il lardo.
Verso la fine del XIV secolo, alla corte dei Medici fu selezionata una varietà nana da consumare fresca, i cosiddetti "piselli novelli". Nel 1533, quando Caterina dei Medici sposò Enrico II di Francia, i piselli novelli furono introdotti in Francia. La novità gastronomica ebbe un notevole successo e fu ribattezzata "petit pois", nome che è arrivato sino ai nostri giorni. La popolarità dei "petits pois" raggiunse l'acme sotto il regno di Luigi XIV, divenendo oggetto di una vera e propria moda gastronomica.
Nel corso del XX secolo, nei paesi occidentali (Europa, America del Nord), grazie alle tecniche di coltivazione intensiva e di raccolta meccanizzata, si assiste alla industrializzazione della produzione dei piselli, ulteriormente stimolata dallo sviluppo della industria conserviera e della surgelazione.
#condifesaravenna #pisello #piselli #pisellofresco #legumi #storia #cultura #romagna #orto #prodottiagricoli #agricoltura #curiosità

Buona Epifania dal Condifesa Ravenna! Il giorno de

Buona Epifania dal Condifesa Ravenna!
Il giorno dell'Epifania, oltre al legame religioso della "Manifestazione della divinità in forma visibile", è collegato anche ad una leggenda: i Magi, diretti a Betlemme con i doni, non riuscendo a trovare la strada chiesero informazioni a un'anziana. La quale, nonostante le loro insistenze affinché li seguisse per far visita al Bambino, decise di non proseguire con loro. Salvo poi dopo pentirsi della sua riluttanza: per questo preparò un cesto di dolci, uscì e cercò i re, senza trovarli.
A quel punto decise che si sarebbe fermata a ogni casa lungo il suo cammino, donando qualcosa ai bimbi, sperando che uno di essi fosse Gesù.
Da allora questa vecchia signora porta nell'immaginario collettivo regali a tutti i piccoli.
Ecco quindi che “epifania”, parola greca che significa “manifestazione divina, apparizione” è diventato "befana", come nome comune della protagonista di questa leggenda.
Le usanze popolari dell'Epifania includono il canto dell'Epifania, la benedizione del gesso e della casa, il consumo della torta dei Re magi, il nuoto invernale, il falò di inizio anno e la partecipazione a funzioni religiose.
È consuetudine per i cristiani in molte località rimuovere le loro decorazioni natalizie alla vigilia dell'Epifania (dodicesima notte), sebbene quelli in altri paesi cristiani storicamente le rimuovano alla Candelora, la conclusione dell'Epifania.
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Aggiornamento previsioni meteo: settimana che si a

Aggiornamento previsioni meteo: settimana che si aprirà con un notevole rialzo termico su tutta la Romagna.
Temperature quindi che supereranno le medie del periodo verso l'alto anche abbondantemente promettendo con nuvole diffuse anche qualche possibile piovasco martedì e mercoledì.
Le piogge saranno presenti in particolare lungo l'arco appenninico per più giorni, sempre e comunque a carattere di piovasco o nebbiolina bagnata.
La settimana che ci attende sarà quindi caratterizzata da un medio autunno e solo nel fine settimana prossimo si potrà tornare in un clima più consono al periodo.
Vedremo comunque l'aggiornamento nel corso della settimana con prossimi post dedicati.
Nella foto: grano in crescita a sud di Ravenna.
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Un primo piano ad un bellissimo Presepe in mostra

Un primo piano ad un bellissimo Presepe in mostra a Portico di Romagna in questi giorni nella loro rassegna "Il Paese dei Presepi" attiva fino al 12 gennaio prossimo.
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Uno scatto alla piazza di Cotignola illuminata da

Uno scatto alla piazza di Cotignola illuminata da migliaia di piccole candele che ne hanno dato un colpo d'occhio dall'alto davvero meraviglioso nella serata del 23 dicembre scorso a cura di Primola.
La piazza di Cotignola come quella di tanti altri comuni romagnoli saranno impegnate nel fine settimana prossimo fino all'Epifania da tanti eventi, sagre e stand per gustarsi le ultime giornate di queste festività 2024-2025 con uno sguardo domani al cielo per qualche possibile piovasco sparso.
Una meraviglia da vivere sul territorio insieme a Comuni, alle Proloco ed alle Associazioni locali che ci permettono ogni anno di vivere in compagnia ed allegria la nostra quotidianetà.
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Alcuni scatti dalla meravigliosa Portico di Romagn

Alcuni scatti dalla meravigliosa Portico di Romagna che durante il periodo natalizio mantiene viva l'antica tradizione di allestire i presepi lungo le vie del paese del borgo medievale.
Nel periodo compreso tra l'8 dicembre 2024 e il 12 gennaio 2025, le strade, gli spazi verdi, le chiese e il giardino dell'antica torre Portinari, ospitano suggestivi presepi creati ad arte dai cittadini.
Il nome dell'abitato principale deriva dal latino porticum, "cioè luogo di mercato" e la sua storia in epoca medievale è legata alle vicende delle famiglie dominanti: i conti Guidi, Visconti di Milano e quelle della repubblica fiorentina in lotta per il dominio dell'Italia centro-settentrionale.
Nel 1386 fu definitivo il passaggio a Firenze, diventando poi la capitale della Romagna Toscana. La struttura urbanistica medievale del borgo fu suddivisa su tre piani sovrastanti distinti ma uniti da passaggi, che si conservano ancor oggi in buono stato. La parte alta era costituita dal castello, del quale non rimane altro che una torre, dalla pieve e dal palazzo del podestà. Nel piano intermedio erano localizzati i portici e i palazzi nobiliari, tra cui il palazzo Portinari. Il piano inferiore invece si articolava lungo il fiume, dove erano situate le case di popolani e artigiani ricavate nella cinta muraria.
In primo piano in particolare il Ponte della Maestà (dedicato alla Vergine Maria), simbolo di Portico di Romagna, che dal XIV secolo ha aiutato gli abitanti nel corso del tempo ad attraversare il fiume Montone in uno dei suoi punti ove ha caratteristiche più da torrente per i rapidi innalzamenti a seguito delle piogge.
Il ponte si trova ancora nello stato originale e termina con una piccola cappella detta Visitazione che si trova sul Cammino di San Francesco.
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Buon 2025 a Tutti! #condifesaravenna #capodanno #c

Buon 2025 a Tutti!
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La nostra foto di stasera, giornata di San Silvest

La nostra foto di stasera, giornata di San Silvestro, ci porta nel capoluogo Forlì in una Piazza Saffi addobbata per le festività natalizie con giochi di luce, colori e mercatini.
Forlì, Furlè in romagnolo, Forum Livii in latino, è il capoluogo della provincia di Forlì-Cesena in Romagna. La località dove sorge fu abitata sin dal Paleolitico, come dimostrano i ritrovamenti di Monte Poggiolo, con numerosi reperti datati a circa 800.000 anni fa.
La città in effetti è sorta su un antico insediamento commerciale, sito sulla linea di confine che separava il territorio controllato dai Lingoni da quello dei Senoni e chiamato dagli Etruschi Ficline (Figline), cioè terra di vasai (ma anche di produzione laterizia), per le ceramiche che vi venivano prodotte e che saranno famose anche nei secoli XIV-XVI come rivale concorrente della vicina Faenza.
Il nome attuale è di origine romana, Forum Livii: il castrum fu probabilmente fondato nel 188 a.C., secondo la tradizione, da Gaio Livio Salinatore, figlio del console Marco Livio Salinatore che, nel 207 a.C., sconfisse l'esercito cartaginese guidato da Asdrubale nella battaglia del Metauro. Il castrum chiamato Livia ed il forum detto Livii rifondarono l'etrusca Ficline, dando luogo a Forlì. Un importante pagus, risalente agli anni in cui era Imperatore Costanzo II, è stato rinvenuto nei pressi della località Pieveacquedotto, dove transitava l'acquedotto di Traiano.
Nata, ovviamente per motivi di difesa, su un'isola alla confluenza di due fiumi, Forlì fu però lungamente travagliata dalle inondazioni, così, intorno al 1050, venne risistemato l'impianto dei corsi d'acqua con vari lavori di ingegneria che allontanarono dal centro abitato il rischio di nuovi allagamenti. Lavori che poi continuarono nei secoli successivi per molte altre migliorie e correzioni.
Fiumi e paesi che uniscono quindi la nostra Romagna fin dai tempi antichi e di cui gli avvenimenti recenti ci hanno portato la memoria storica per la garanzia di tutto il nostro territorio.
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Previsioni meteo per i prossimi giorni: fino a ven

Previsioni meteo per i prossimi giorni: fino a venerdì giornate variabili tra sole e qualche nuvola in più da metà settimana.
Da sabato è previsto qualche possibile piovasco locale in zone collinari e prime pianure per un veloce passaggio perturbato anticipato da rialzo dei termometri.
Nebbie diffuse nelle pianure per le prossime nottati fino a mercoledì, in dissoluzione nel corso della mattina.
Il passaggio dal 2024 al nuovo anno 2025 inizia quindi con una fase di alta pressione e leggere piogge sabato in una fase comunque con temperature sopra le medie in collina e, grazie all'inversione termica, in media nelle pianure fino all'Epifania.
Nella foto scattata ieri: la Rocca di Monte Poggiolo tra Faenza e Forlì domina le pianure romagnole dall'alto. Ormai allo stato di rudere questa vecchia torre di avvistamento datata anno mille fu rimodernata nel 1400 a forma di rocca e castello ed ora è di proprietà privata, all'abbandono, nonostante la sua importanza storica rilevante. Nata probabilmente come torre di vedetta della cittadella di Castrocaro, i primi documenti storici che riportano indirettamente informazioni su questa rocca portano la data del 906 e citano un tal «conte Berengario del castello di Montepoggiolo», alla Rocca di Monte Poggiolo è legata una leggenda che narra dell'esistenza, ai tempi di Caterina Sforza, di una galleria che dall'interno conduceva fino alla rocca di Ravaldino, a Forlì.
#condifesaravenna #previsioni #meteo #previsionideltempo #romagna #forlì #rocca #montepoggiolo #roccadimontepoggiolo #nuvole #vigneti

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